Il dubbio sulle proprie capacità pro-creative e l’appurare in taluni casi l’effettiva esistenza di una difficoltà rappresentano una ferita narcisistica, intesa come un evento che offende l’autostima e intacca l’immagine di sé.
Il desiderio di un figlio appare come qualcosa di naturale e fisiologico nel percorso di una vita, una ricerca arricchente, come un modo per proiettarsi nel futuro, per fare e condividere esperienze significative, per superare i limiti dell’individualità e riguarda aspetti profondi legati al sé, che ognuno investe di energia in maniera differente in relazione alla propria storia, a come è stato desiderato, cresciuto, accompagnato.
Le difficoltà pro-creative molto spesso mettono di fronte al tempo, come limite inesorabile. Se lo abbiamo considerato infinito in relazione ad altri aspetti della vita, come salute o progetti lavorativi, in riferimento a tali problematiche il tempo assume un peso importante, che non solo non può più essere sottovalutato, ma spesso diventa un’ossessione.
Sia per l’uomo sia per la donna mettere in dubbio la propria certezza pro-creativa si può accompagnare a un profondo sconvolgimento dei riferimenti fondamentali dell’identità personale e del progetto di vita, per cui si opera una rivisitazione completa della propria vita e delle proprie relazioni affettive, anche quella di coppia.
I vissuti emotivi che si accompagnano a tali difficoltà sono sorpresa, rifiuto, rabbia, isolamento, colpa, dolore, rimorso e da taluni studiosi sono assimilabili a quelli scatenati da eventi luttuosi e/o traumatici.
La maggior parte delle coppie che si trova ad affrontare queste problematiche sceglie la via delle tecniche di fecondazione artificiale, che hanno seguito una serie ininterrotta di perfezionamenti tecnici. L’impersonale procedere della tecnica non lascia però il tempo di metabolizzare certi passaggi a livello culturale, e quindi a livello personale.
Tutto è lecito, tutto viene perseguito per l’obiettivo ma le persone si sentono spesso travolte da
percorsi che smembrano/ settorializzano il corpo, senza il dovuto accompagnamento emotivo e psicologico, fondamentale per la buona riuscita dell’impresa.
Purtroppo le coppie che si trovano a confrontarsi con queste difficoltà spesso non ricevono il supporto adeguato né dalle persone care, né dai professionisti con i quali si interfacciano, perché pochi riescono a comprendere profondamente le reali implicazioni psicologiche e trattano la questione con molta freddezza.
Uno spazio di ascolto e di elaborazione personale e/o di coppia diventa invece necessario per compiere questi percorsi non dimenticandosi mai di noi stessi e poter così costruire di volta di volta una progettualità in linea con i nostri bisogni e i nostri desideri.